
Concorso "Lo sguardo dell’architetto su Biella"
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Il territorio, l’acqua, i tessuti: idee e provocazioni per pre-vedere il futuro della città . Dall’analisi delle funzioni urbane e territoriali ci si accorge di come il nodo dell’isola della Maddalena sia, oggi come un tempo, in posizione baricentrica rispetto al territorio Biellese: infatti fa da testa del sistema urbano e soprattutto da collegamento tra la città ed il suo territorio a nord. Inoltre il ponte della Maddalena è collegamento fra Biella e le nuove aree di espansione urbanistica ad est del Cervo. Ma mentre i moderni ponti della ferrovia e di Chiavazza sono in grado di collegare adeguatamente le due sponde a livello veicolare, il ponte della Maddalena si trova decentrato rispetto alle principali funzioni urbane, che sono concentrate nella città di Biella e si stanno espandendo attorno ai nuclei di sviluppo, quali ferrovia, stazioni ferroviarie, collegamenti stradali ad alta velocità , strutture sanitarie e centri di produzione. Quindi l’area della Maddalena viene ad assumere più una connotazione di collegamento territoriale piuttosto che effettivo centro di comunicazioni moderne, con il territorio a nord di Biella, che resta uno spazio espropriato della sua funzione, con un’alta potenzialità paesaggistica, ma con la necessità di un nuovo ruolo all’interno delle dinamiche del territorio. Dalle linee guida del Documento Direttore è previsto non solo il consolidamento della componente naturale nel territorio circostante la città , ma l’integrazione e l’aumento del verde anche all’interno di Biella stessa, attraverso un programma che vede la fortificazione dell’ambiente attorno al fiume e la sua connotazione non più come spazio residuale, ma come un vero e proprio ambiente, dotato di una sua propria identità , di sue peculiari caratteristiche e di un suo motivo d’essere. All’interno del Parco fluviale sono state considerate segni forti le industrie sopravvissute. In fase di progetto da un’operazione di pedonalizzazione dell’area e di eliminazione di alcuni edifici sono emerse due piazze, con caratteristiche diverse, ma che assieme all’area progettata sull’Isola della Maddalena vengono a creare un sistema di spazi pubblici che, collegati fra loro, caratterizzavano il sistema dell’ex-opificio Pria-Boussù e lo rendono un tutt’uno organico. Per quanto riguarda l’Isola della Maddalena è previsto un recupero dell’area, sebbene molto rocciosa e sempre a rischio esondazioni. Sono stati progettati una serie di terrazzamenti, in modo da creare molteplici visuali anche a varie quote e soprattutto in modo da poter chiudere facilmente l’accesso al pubblico nel momento in cui si alzi il livello del fiume. La rinaturalizzazione dell’isola sembrava difficile e troppo artificiosa, si è dunque deciso per un ibrido tipologico di parco, piazza ed infrastrutture, in cui poter creare delle esposizioni di elementi industriali residuali, derivanti dalla ristrutturazione del vicino opificio Pria. Una sorta di giardino dell’industria all’aperto, dove a fianco dell’industria vera e propria ed alla natura del parco si può ammirare un felice sodalizio fra i due. Chi accede al Pria dal lato est del fiume si trova davanti ad una piazza aperta, divisa dalla strada carrabile esclusivamente da una cortina di alberi che tra le altre cose riprendono il passo dei pilastri interni dell’edificio. Questo lo si nota grazie alle grandi vetrate al pianterreno che accolgono i visitatori: un grande spazio coperto, per mostre ed esposizioni in itinere, percorribile fino a poter ammirare, dalle finestre interne, il torrente Cervo. Le passerelle pedonali ed i terrazzamenti lungo il letto del fiume concorrono a non perdere mai l’orientamento all’interno dell’edificio, a sentirsi sempre in contatto con l’elemento naturale e creare collegamenti visivi laddove non è possibile averne di fisici. A ovest del fiume lo spazio pubblico ottenuto è una corte chiusa, dietro la quale passa la strada ad una quota superiore e come sfondo il fianco del monte. Grazie all’esistente differenza di quote si è creato un sistema di due spazi in collegamento visivo tra loro: sopra, a livello della strada, un allargamento del marciapiede con la possibilità di affacciarsi sulla sottostante piazza; sotto un luogo di commercio, con una serie di ditte biellesi, progettate come spazi di vendita e di esposizione di tessuti e prodotti tipici della regione. Tutt’attorno alla corte gli uffici amministrativi. Si è sfruttata la necessità di ricostruire l’antica passerella pedonale che collegava l’edificio Pria al Boussù e che era stata spazzata via da un’esondazione del fiume nel 2002 e si è ricostruito un ponte che fosse un segno nel territorio, che non avesse carattere mimetico con la precedente passerella, ma che al tempo stesso non contrastasse con il paesaggio. Si è scelto, dunque, di posizionare la struttura molto leggera visivamente, in acciaio e vetro, ad una quota molto alta, in modo che dal ponte della Maddalena fosse possibile ammirare le stesse visuali di quando l’intervento non c’era. Il moderno ponte costituisce un nuovo punto di osservazione, preferenziale, non un duplicato del Ponte della Maddalena: essendo posto ad una quota maggiore permette visuali più ampie e prospettive più profonde, oltre gli edifici e la vegetazione. Il ponte, in questa prospettiva, viene ad assumere molteplici significati: diventa asse connettivo, capace di collegare i due edifici ed anche le due sponde del fiume. Inoltre è possibile far interagire le differenti funzioni, aprendo il fabbricato ad una complessità tipologica prima inesistente. Il ponte diventa anche soglia multipla: definendo l’accesso delle due valli a nord e costituendo il punto d’arrivo del Parco fluviale a sud.